Black Bazar Alain Mabanckou 66Thand2nd 2024
Black Bazar Alain Mabanckou 66Thand2nd 2024
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CONDIZIONE: Nuovo
Sku: PZZLB102227
ISBN: 9788832973945
Titolo: Black Bazar
Autore: Alain Mabanckou
Editore: 66Thand2nd
Anno: 2024
Pagine: 240
Formato: Brossura
Il Sederologo si aggira affranto per rue Saint Denis, Chateau-Rouge, dove il melting pot ��� un bazar nero di razze, lingue, stili, musiche, danze – sembra una diaspora africana in miniatura: congolesi, ivoriani, camerunensi, maghrebini e antillani ovvero i negri albini, j’accuse vivente ai neri d’Africa che li vendettero come schiavi. Tutti insieme a riempire condomini e bar chiassosi come il Jip’s. Esule della Repubblica del Congo, raffinato dandy, cultore della scienza dei sederi – dimmi come cammini e ti dirò chi sei –, membro della Società dei Sapeur – i neri che amano vestire bene perché anche se l’abito non fa il monaco, è comunque dall’abito che si riconosce il monaco –, il Sederologo è stato piantato dalla donna per l’Ibrido, un primitivo suonatore di tam tam in un gruppo che non conosce nessuno. Il Sederologo, fedele alter ego dell’autore, ricorre allora alla scrittura – tormentata, diaristica, colorita – per attutire il dolore dell’abbandono, la delusione della paternità sfumata. Mabanckou, con umorismo e ironia, mescola finzione e ricordi autobiografici per dire la sua sulla condizione dei neri nella Francia di oggi, specchio di un’integrazione progredita ma difficile: neri divisi come in patria e senza leadership, scettici sull’Unione Africana, ma sempre e comunque fratelli. I piccoli bianchi rimangono sullo sfondo come appunti dimenticati, ingabbiati nei loro pregiudizi piccolo-borghesi. È una parabola esistenziale quella del Sederologo, una autofiction camuffata in cui Mabanckou si muove con disinvoltura alternando uno stile potente intriso di citazioni alla lingua viva della banlieue, perché la lingua francese non è di proprietà della Francia, ma di chi la parla.
Sku: PZZLB102227
ISBN: 9788832973945
Titolo: Black Bazar
Autore: Alain Mabanckou
Editore: 66Thand2nd
Anno: 2024
Pagine: 240
Formato: Brossura
Il Sederologo si aggira affranto per rue Saint Denis, Chateau-Rouge, dove il melting pot ��� un bazar nero di razze, lingue, stili, musiche, danze – sembra una diaspora africana in miniatura: congolesi, ivoriani, camerunensi, maghrebini e antillani ovvero i negri albini, j’accuse vivente ai neri d’Africa che li vendettero come schiavi. Tutti insieme a riempire condomini e bar chiassosi come il Jip’s. Esule della Repubblica del Congo, raffinato dandy, cultore della scienza dei sederi – dimmi come cammini e ti dirò chi sei –, membro della Società dei Sapeur – i neri che amano vestire bene perché anche se l’abito non fa il monaco, è comunque dall’abito che si riconosce il monaco –, il Sederologo è stato piantato dalla donna per l’Ibrido, un primitivo suonatore di tam tam in un gruppo che non conosce nessuno. Il Sederologo, fedele alter ego dell’autore, ricorre allora alla scrittura – tormentata, diaristica, colorita – per attutire il dolore dell’abbandono, la delusione della paternità sfumata. Mabanckou, con umorismo e ironia, mescola finzione e ricordi autobiografici per dire la sua sulla condizione dei neri nella Francia di oggi, specchio di un’integrazione progredita ma difficile: neri divisi come in patria e senza leadership, scettici sull’Unione Africana, ma sempre e comunque fratelli. I piccoli bianchi rimangono sullo sfondo come appunti dimenticati, ingabbiati nei loro pregiudizi piccolo-borghesi. È una parabola esistenziale quella del Sederologo, una autofiction camuffata in cui Mabanckou si muove con disinvoltura alternando uno stile potente intriso di citazioni alla lingua viva della banlieue, perché la lingua francese non è di proprietà della Francia, ma di chi la parla.