Insegnare A Nuotare A Una Foca. Viaggio Insolito Nella Lingua Islandese Leonar
Insegnare A Nuotare A Una Foca. Viaggio Insolito Nella Lingua Islandese Leonar
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CONDIZIONE: Nuovo
Sku: PZZLB88020
ISBN: 9791221211948
Titolo: Insegnare A Nuotare A Una Foca. Viaggio Insolito Nella Lingua Islandese
Autore: Leonardo Piccione
Editore: Utet
Anno: 2024
Pagine: 224
Formato: Brossura
In alcune vacanze basta una settimana per memorizzare le espressioni più frequenti, imparare a dire correttamente “Grazie” e “Buongiorno��, o addirittura arrischiarsi in una breve conversazione. In altre, le parole si aggrovigliano in oscuri ghirigori, lasciandoci smarriti e incapaci di proferire alcun suono. È questo l’effetto che suscita un primo confronto con l’alfabeto islandese. Composto di trentadue lettere, in buona parte simili alle nostre, si differenzia per le impronunciabili ð, Þ e la æ o l’assenza della c, la w e la q, e quella contestatissima della z, esclusa dall’alfabeto con una legge nel 1973. Come se non bastasse, questo sciame di grafemi si coagula in lunghissime espressioni intellegibili e declinabili secondo complessi casi grammaticali. Un incubo per qualsiasi turista, ma anche per studenti volenterosi come il giornalista Brendan Glacken, che nel saggio La terribile lingua islandese scrive: La gente decide di imparare l’islandese per ragioni diverse, la maggior parte delle quali altamente discutibili. Per Leonardo Piccione confrontarsi con l’islandese è stata una necessità. Arrivato sull’isola per un breve viaggio, è stato affascinato dai panorami, dalla lentezza del tempo, dalle nuvole veloci al punto da trasformarla in sua dimora elettiva.
Sku: PZZLB88020
ISBN: 9791221211948
Titolo: Insegnare A Nuotare A Una Foca. Viaggio Insolito Nella Lingua Islandese
Autore: Leonardo Piccione
Editore: Utet
Anno: 2024
Pagine: 224
Formato: Brossura
In alcune vacanze basta una settimana per memorizzare le espressioni più frequenti, imparare a dire correttamente “Grazie” e “Buongiorno��, o addirittura arrischiarsi in una breve conversazione. In altre, le parole si aggrovigliano in oscuri ghirigori, lasciandoci smarriti e incapaci di proferire alcun suono. È questo l’effetto che suscita un primo confronto con l’alfabeto islandese. Composto di trentadue lettere, in buona parte simili alle nostre, si differenzia per le impronunciabili ð, Þ e la æ o l’assenza della c, la w e la q, e quella contestatissima della z, esclusa dall’alfabeto con una legge nel 1973. Come se non bastasse, questo sciame di grafemi si coagula in lunghissime espressioni intellegibili e declinabili secondo complessi casi grammaticali. Un incubo per qualsiasi turista, ma anche per studenti volenterosi come il giornalista Brendan Glacken, che nel saggio La terribile lingua islandese scrive: La gente decide di imparare l’islandese per ragioni diverse, la maggior parte delle quali altamente discutibili. Per Leonardo Piccione confrontarsi con l’islandese è stata una necessità. Arrivato sull’isola per un breve viaggio, è stato affascinato dai panorami, dalla lentezza del tempo, dalle nuvole veloci al punto da trasformarla in sua dimora elettiva.